In occasione dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, uno spettacolo ironico e poetico, porta in scena il lato meno conosciuto della vita dell’autore de I Promessi Sposi.
Uno studio, un tè caldo, libri e pagine di appunti.
Primi anni del 1800, Alessandro Manzoni scrive a Fauriel, lo scambio epistolare è come un dialogo lungo una vita, fatto di confessioni, esperienze, gioie, paure, amori e buffe curiosità. Alessandro si confida nelle sue lettere come fosse in una seduta di psicoterapia.
2023, Manzoni si confronta con uno psicologo, le parole utilizzate dall’attore in scena, sono le stesse che lo scrittore utilizzò nelle sue lettere. I due interpreti raccontano al pubblico un Manzoni inedito, mai visto, profondo, a tratti contemporaneo e così incredibilmente simile a noi, svelando l’uomo che si nasconde dietro l’immensa figura letteraria che tutti conosciamo.
Sono i due interpreti a raccontare Manzoni o è Alessandro a raccontarsi?
Alternando narrazione ed interpretazione, viaggiando avanti e indietro nel tempo, nasce uno spettacolo – dialogo epistolare con Manzoni, che racconta il vero uomo che sta dietro allo scrittore, ma allo stesso tempo, ironizza sui numerosi racconti e le controverse testimonianze di chi lo ha conosciuto, che mostrano un lato molto originale, quasi buffo dell’autore.
"Il 7 Marzo del 1785 Giulia Beccaria, mette al mondo il suo primo ed unico figlio maschio...
Alessandro Manzoni... e nessuno fu contento della sua nascita... e Alessandro,
cosa pensa della sua vita?"
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